OGM

28.05.2013 14:28

 

OGM

 

OGM Sigla di organismo geneticamente modificato , usata per indicare organismi il cui patrimonio genetico è stato modificato mediante ibridazione e selezione o mutagenesi e selezione, oppure con metodiche che prevedono manipolazioni del DNA e inserimento mirato di nuovi geni (transgeni) negli organismi “  

 

treccani.it

 

Gli OGM che in questo periodo hanno fatto più scalpore e, aperto la maggior parte delle discussioni sulla modificazione genetica sono sicuramente quelli legati all’agricoltura. Esistono due tipi di piante geneticamente modificate e si dividono in GMHT e GMIR. La prima sigla si riferisce alle piante geneticamente modificate , nelle quali il carattere introdotto induce la tolleranza a specifici erbicidi ad ampio spettro, la seconda sigla invece si riferisce a piante geneticamente modificate dove, il carattere introdotto induce resistenza nei confronti degli attacchi si specifici insetti.

 

 

GLI OGM IN ITALIA: la storia

 

 

 La cronaca ha mostrato come molti dei governi italiani finora al potere abbiano ostacolato l’introduzione degli organismi geneticamente modificati nel territorio nazionale. L’Italia, in quanto facente parte dell’Europa, non può esimersi dalle regolamentazioni e dalle normative imposte anche sugli altri stati comunitari e l’iter burocratico che ha portato ad una sorta d’equilibrio attuale per gli OGM non è stato certamente tranquillo. Ma andiamo per ordine.

Il governo con a capo Giuliano Amato ha cercato di bloccare l’introduzione di mais OGM in Italia con un decreto ad hoc, anche se, a livello sanitario, non c’era alcuna prova di pericolosità di tali organismi sulla salute dell’uomo o dell’ambiente. Quando ai vertici salì Alfonso Pecoraro Scanio, si tentò persino di vietare le sperimentazioni a riguardo, scatenando le furie di tutti gli scienziati italiani interessati e/o impiegati nella ricerca sugli OGM. Tale ira non impedì, qualche tempo più tardi, al nuovo governo Alemanno di ribadire il divieto si sperimentazione sugli OGM da parte del Ministero delle politiche agricole e forestali. Alla fine, nel 2003, la direttiva europea 2001/18/CE è stata definitivamente assorbita dalla legge italiana con il decreto n. 224 ed ha permesso di acquisire la possibilità di effettuare sperimentazioni a tutti i livelli di ricerca.

Il decreto ha stabilito che nei semi utilizzati per i mangimi animali e per le coltivazioni, se è presente meno dello 0,049 % di OGM, tale semenza è tollerata dalla legge, contrariamente a quanto accadeva fino a quel momento. Infatti, prima del 2003 l’Italia proibiva la presenza di qualsiasi percentuale, anche molto bassa, di OGM in semi e mangimi, quando invece in Europa c’era già un margine di tolleranza dello 0,5 %.

I due regolamenti europei, 1829 e 1830/2003/CE sono stati tradotti in legge nel 2004 in Italia. Questi, che determinano soprattutto l’etichettatura degli OGM, stabiliscono altresì quali mangimi possono circolare liberamente in Europa e ribadiscono la soglia massima dello 0,5 % oltre la quale la presenza di OGM diventa vietata. Per i prodotti alimentari, le direttive comunitarie alzano allo 0,9 % il limite massimo consentito e obbligano le aziende a specificare sull’etichetta dei cibi la presenza di OGM negli alimenti (anche se, qualora l’OGM sia autorizzato dalla CE e sia in misura minore dello 0,9 % non c’è l’obbligo di segnalarlo).

 

 QUI il sito da dove ho preso le informazioni sulle norme di legge in Italia